domenica 8 giugno 2014

1 - L'UNIVERSO E NOI



Io penso che ogni essere umano, almeno una volta nella sua vita, si è posto domande del tipo: Che senso ha l'universo? Che senso ha tutto ciò che vedo? Chi sono io? Questo Dio esiste davvero o lo abbiamo inventato  noi perché abbiamo bisogno di una entità che ci guidi e ci dica cosa è giusto e cosa è sbagliato?
Trovare risposte a queste domande è estremamente difficile, forse impossibile.
La nostra incapacità di trovare delle adeguate risposte alle nostre domande ci porta spesso ad accantonarle o a cercarle in una religione e a credere 'per fede' alle risposte che ci dà la religione che abbiamo scelto o che i nostri genitori hanno scelto per noi.
Ma che significa credere per fede? Il Dizionario Treccani dà della parola Fede la definizione: Credenza piena e fiduciosa che procede da intima convinzione o si fonda sull’autorità altrui più che su prove positive”. Insomma avere fede significa accettare e riconoscere come verità assolute ciò che le religioni ci vogliono dire, anche se tali insegnamenti non si basano su prove concrete e stridono con la nostra intelligenza.
Significa mortificare la nostra intelligenza che è il dono più grande che Dio ci ha dato, chiunque Egli sia e qualunque nome e forma abbia.
Proviamo allora a cercare delle risposte che non stridano con la nostra intelligenza e che non ci costringano ad accettare per Fede delle verità che ci convincono poco.
Proviamo a guardarci attorno con spirito attento e libero da tutti i condizionamenti che vengono dalla cultura in cui siamo immersi fin dalla notte dei tempi.
Per cominciare cerchiamo di renderci conto di quanto siamo infinitamente piccoli e limitati.
La nostra casa è il contenitore di quanto abbiamo di più caro, ci può sembrare tutto il nostro mondo e per noi è certamente molto importante, ma se la guardiamo dall'esterno, da una distanza di un centinaio di metri, vediamo che proprio grande non è. Da un aereo che vola a 10 chilometri di altezza la nostra casa si confonde nel paesaggio e diventa invisibile. La foto che scattano gli astronauti dai satelliti ad un'altezza di circa 300 chilometri consentono di vedere le città ma i particolari non sono distinguibili. Un astronauta sulla Luna vede la Terra, che a noi sembra immensa, come un corpo celeste molto colorato con delle grandi aree di colore blu che sono gli oceani e i mari, ed altre aree di colore variegato che sono i continenti. La Sicilia è un triangolino colorato. Alcamo, la nostra città, di notte si vede, forse, come un piccolissimo punto luminoso. Della nostra casa, del nostro quartiere non c'è più traccia.
La distanza terra-luna è di circa 380 mila chilometri, una distanza enorme per noi piccoli terrestri, insignificante in una scala cosmica. Un raggio di luce inviato dalla terra alla luna copre questa distanza in poco più di un secondo.
Se poi cominciamo a pensare in una dimensione cosmica dobbiamo constatare che il nostro Sole dista circa 130 milioni di chilometri dalla Terra, una distanza enorme per noi piccoli terrestri (un automobilista che dovesse percorrere una tale distanza a una velocità media di 100 chilometri all'ora senza mai fermarsi, impiegherebbe circa 152 anni!). Un raggio di luce percorre questa distanza enorme in circa 8 minuti.
Da una simile distanza, secondo noi enorme, ma insignificante su scala cosmica, la nostra Terra, con i suoi miliardi di esseri umani, con tutte le opere che la civiltà umana ha prodotto nei suoi millenni di storia e di progresso, che a noi sembra immensa, è un piccolo puntino insignificante.
Questo Sole che a noi sembra meraviglioso, da cui dipendiamo in modo totale, è una stella non di prima grandezza che fa parte della galassia Via Lattea, un insieme di miliardi di stelle, alcune simili al nostro Sole, altre totalmente diverse, attorno alle quali orbitano miliardi di pianeti e satelliti. Di questi, secondo uno studio dell'Università della California, circa 8 miliardi (nella sola Via Lattea) avrebbero caratteristiche tali da poter ospitare forme di vita simili a quelle che noi conosciamo. L'inconveniente è che il più vicino si trova a circa 12 anni luce dalla terra, distanza assolutamente fuori dalle possibilità umane.
La via Lattea, della quale il nostro Sole è uno dei miliardi di stelle e neanche fra le più grandi, con la nostra Terra e con tutta l'umanità, è una fra i circa 120 miliardi di galassie esistenti nell'universo conosciuto.
I confini attuali dell'universo che noi riusciamo a percepire sono a circa 14 miliardi di anni luce da noi.
E oltre questi confini?
Non ne sappiamo assolutamente nulla.
Ci potrebbero essere ancora altre galassie fino all'infinito.
Ci potrebbero essere altri universi governati da leggi diverse da quelle che reggono il nostro universo conosciuto.
Quanto conta l'uomo in tutta questa grandezza infinita?
Pensare che tutto questo sia stato creato per essere al servizio dell'umanità del cosmicamente insignificante pianeta Terra mi sembra estremamente stupido e presuntuoso.
Le cognizioni scientifiche dell'umanità non permettono di andare oltre i limiti dell'universo conosciuto. ma questi nostri limiti non ci possono impedire di farci delle domande:
Chi ha creato l'universo?
Perché lo ha creato?
Chi a stabilito le leggi che lo governano? leggi che, a differenza di quelle umane, sono perfette ed immutabili nel tempo?
Il sottostante filmato mostra magnificamente l'immensità dell'Universo e la realtà insignificante della nostra terra, e se insignificante è la terra rispetto al cosmo quanto ancor più insignificante è l'umanità nel suo complesso e quanto lo è ognuno di noi?
Ognuno di noi esseri umani, di qualunque razza, ricco o povero, geniale o stupido, in una scala cosmica è assolutamente irrilevante.
Emerge invece in modo evidentissimo la infinita potenza di colui che tutto questo ha voluto e fatto. 
Lo possiamo  chiamare Natura, Dio, Allah, Budda o come meglio ci pare ma è sempre Lui.  





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